Pummelo burm. Mer.

Il pummelo che oggi viene classificato come C. maxima (Burm.) Merrill, può essere considerato quasi certamente il progenitore del pompelmo (C. paradisi Macf.) E’ una delle specie ‘vere’ degli agrumi insieme con il cedro e il mandarino.
La pianta viene coltivata da secoli in Oriente soprattutto nel Sud Est asiatico e nella Cina meridionale. La più antica menzione è contenuta nel libro Il tributo di Yu che risale intorno al 2200 A.C. dove si legge “Il fagotto conteneva piccole arance e pummeli”.
Cresce spontaneamente in Malesia.
È’ comunemente coltivato in alcune isole della Polinesia Francese, in Indonesia, Birmania e Filippine.
Si suppone possa essere stato introdotto dagli aborigeni nelle isole Fiji, dove si è naturalizzato e cresce spontaneamente in vere e proprie foreste fino ad un’altitudine di 800 mt.
E’ giunto in Sud America e nei Caraibi alla fine del XVII sec. quando il capitano inglese Shaddock della East India Company (EIC), sulla via del ritorno a casa attraverso il Pacifico portò alle Barbados alcuni semi dalle isole malesi. I semi crebbero con successo e produssero ben presto frutti.
Da lì il Pummelo si è diffuso in Giamaica e Portorico ma la sua produzione è rimasta perlopiù confinata in Asia.
Attualmente la Cina risulta infatti il Paese con la più alta produzione di Pummeli al mondo. I frutti vengono consumati quasi esclusivamente sul mercato interno.
Il frutto del Pummelo è il più grande fra le Cultivar di agrumi può raggiungere dimensioni simili ad una un pallone da calcio.
Non si deve confondere il pummelo con il pompelmo, come solitamente accade, dal quale differisce per i germogli pubescenti e per i caratteri dei frutti che sono molto grossi, piriformi, sferici o depressi, con semi monoembrionici.
La pianta è molto vigorosa, spinosa, con germogli angolari, foglie grandi, ellittico-ovali, con picciolo alato. I fiori sono grandi disposti sia in grappoli che isolati.